Messaggio 19 novembre 2007, 20:32

Il Codice Morse

Il Codice Morse

A Samuele Bresse Morse va riconosciuto il merito di aver intuito come comunicare in tempo reale, mediante segnali elettrici inviati in linea per mezzo di una corrente continua presente sulla linea stessa.
Il tutto mediante tasto telegrafico (interruttore e attivatore della corrente di linea) e relativi relè usati per decodificare il segnale ricevuto. Samuele Morse prese lo spunto del suo codice, ritornando negli Stati Uniti dalla città  di Roma dopo aver fatto visita ai musei Vaticani, in quanto Morse rincipalmente si interessava di pittura. Osservando come i marinai prendevano la misura delle miglia percorse sul veloce Clipper cui viaggiava Morse e il suo futuro collaboratore Valey. I marinai usavano un rocchetto di corda con dei nodi spaziati lungo tutto il rotolo di corda che si svolgeva in quanto la corda che si svolgeva era trattenuta da una sagola immersa in mare. Il conteggio dei nodi che passavano in un determinato tempo, misuravano sia la velocità  del natante che le miglia marine percorse. Valey era un giovane figlio di un industriale statunitense il quale metterà  a disposizione del figlio i suoi laboratori di elettrotecnica per perfezionare l'idea di Samuele Morse. Forse tutti non sanno che oggi il Codice Morse così come è, il merito e in gran parte del collaboratore di Morse e cioè Valey che non ha avuto nessun riconoscimento dell'invenzione brevettata dal Prof. Samuele Bresse Morse.
In un primo brevetto Morse aveva impiegato solo cifre numeriche per indicare ogni parola dell'alfabeto inglese e per decodificare quanto ricevuto telegraficamente occorreva fare uso di un catalogo, indicante la parola corrispondente in base alla cifra ricevuta. Questa cosa era alquanto laboriosa all'atto pratico, durante la trasmissione bisognava associare la cifra da trasmettere al significato della parola che doveva essere trasmessa al corrispondente, ed in ricezione bisognava decodificare la cifra ricevuta per conoscere ciò che voleva indicare. Valey fece uno studio approfondito sulla casualità  delle lettere che si ripetono nell'alfabeto inglese, scoprendo che le lettere che si ripetevano più frequentemente erano nell'ordine la lettera 'e'
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