Messaggio 15 febbraio 2014, 21:39

Editoriale del Presidente: "Quel nome impronunciabile"

Titolava così un editoriale dell’allora Presidente dell’ARI Avv. Luigi Belvederi I4AWX, e nella scorsa della lettura il nome impronunciabile era quello del CISAR, su cui Luigi disquisiva per la prima volta, proprio attraverso le pagine di Radio Rivista. Egli raccontando a grandi linee la nostra storia, vista dall’esterno in maniera comprensibilmente distaccata, ci rivolse un finale invito all’unità dei radioamatori italiani nell'unica casa di Via Scarlatti.

Occorre calarsi nel periodo storico per capire forse il perché di questa prima timida apertura dell’ARI nei nostri confronti, dopo un periodo d’incontri- scontri dell’era Ortona sulla maggior parte delle questioni radioamatoriali. Ritengo, infatti, che il nuovo CDN con Belvederi cercasse di ricompattare i radioamatori dopo l’enorme disgregazione e l'emorragia di soci, che avevano portato la nascita di tanti altri sodalizi in Italia, in un momento ove anche il solo nominare altre associazioni in ARI era tabù. In particolare il nostro, che con la dirigenza di allora, gli aveva dato negli anni passati grandi schiaffi morali e legali in difesa del link nazionale e dei diritti dei radioamatori, da rendere appunto il nome CISAR in quel sodalizio "impronunciabile".

In sintesi Luigi, con coraggio, per la prima volta pubblicamente scrisse: Cisar voi ci siete, noi siamo qui...se volete venire siete i benvenuti.
Non ricordo bene il periodo, l’anno tra il 2005 e il 2006, ma quello che mi stupì di più fu ciò che contestualmente iniziò a serpeggiare nell’aria, in quel famoso tam – tam dell’etere di provenienza indefinita ed indefinibile che tutti conoscono: la parola "unione".
Ogni piccolo segno, tipo foto insieme alle fiere e manifestazioni, che pure il Radiogiornale di Mattioli titolò "prove di dialogo", sembravano ricondurre a una sorta d’imminente compromesso storico ove i radioamatori del CISAR e quelli ARI finalmente si riunivano, con i primi (noi) quale ala tecnica data la nostra predisposizione per l’attività sperimentale.

Di questa ipotesi, ne avevo sentito parlare anche dall’allora dirigenza ai nostri tecnici, e successivamente anche durante le prime riunioni al Ministero a cui iniziai a partecipare a fine 2005 per i sistemi automatici ove, a ragion del vero, con i rappresentanti ARI non ci fu da subito un forte feeling.
Questo prima di tutto perché durante i due anni cambiarono ben tre volte interlocutori e linea proposta, secondo perché era difficile confrontarsi con modi di vedere completamente diversi, IARU di qui IARU di là, mentre decine di trasponder e frequenze fuori IARU, erano accesi da loro soci a titolo privato. Cito per ricordarlo un rappresentante in particolare, Mario I1ANP con i miei personali grandi scontri e la sua sfera isotropa con i ponti a 800 m dopo un anno di attesa, che ho recentemente ritrovato con piacere durante il meeting VHF e Superiori nella Versilia.(ringrazio Alex IV3KKW per l'ospitalità).

Nel frattempo Luigi I4AWX lasciò la guida dell’ARI, e divenne Presidente a interim Nicola Sanna I0SNY, il quale impose a Mario di trovare un accordo tecnico, facendogli d'imperio limare la propria intransigenza al fine di una linea comune, e questo io sinceramente lo apprezzai come credo gli altri referenti associativi con cui eravamo in pieno accordo.

Nicola stesso ritornò sull’argomento di quest’auspicabile evento di unione ARI - CISAR, per dare ai radioamatori italiani un maggior peso, numericamente parlando, in Europa. Se personalmente in passato ero sempre stato più che contrario,( anzi ..di più n.d.r.) divenuto a mia volta Presidente Nazionale, questa convinzione nata nell’orgoglio di essere CISAR, non nel denigrare ARI o chicchessia, si radicò ancora più profondamente, chiudendo definitivamente anche la seppur minima discussione in merito: ognuno ha la sua identità e va rispettata, ma ben vengano le collaborazioni.

Vi era però anche un altro aspetto che già in questo periodo si colse, quello che fondamentalmente è sempre stato fino ad oggi, un comportamento contraddittorio, ove mentre il direttivo ARI cercava un apertura "politica" da una parte, dall’altra subalterni regionali e locali, con prepotenza innescavano solo discussioni e rivalse personali in nome della stessa ARI. L'esempio vergognoso di quel tempo fu l’azione di sgombero del monte Cesen, non certo priva di aspetti in tal senso che rimarrà nella storia dei personaggi interessati un marchio indelebile anche oggi. Poteva quindi esserci collaborazione con ARI da una parte mentre subivamo prevaricazioni dall'altra?
In ogni caso almeno al Ministero il 19.04.2007 riuscimmo a metterci d'accordo su alcuni punti dei sistemi automatici con la definitiva ripartizione, tra l'altro, del Link Nazionale Fonia.

Nel frattempo il CDN ARI, e siamo nel ottobre 2008, si era ricomposto, con ai vertici il Presidente Giancarlo Sanna I0ISJ e Vice-Presidente Alfredo Migliaccio I8IEM. Ritengo che non ci fosse molta chiarezza in questo periodo, poiché sentirsi dire dai loro referenti per i sistemi automatici che l'attuale CDN non riconosceva quanto firmato " da quelli prima...", beh la dice lunga sulla pazienza da usare in questi casi.
Non credo che questo però dipendesse da Giancarlo IOISJ, che si mostrò apparentemente altresì disponibile al confronto e alla collaborazione,così come fece lo stesso Alfredo Migliaccio I8IEM , divenuto Presidente nel Luglio del 2010. Oggi,con il senno di poi, ho il serio dubbio che i referenti di allora non ci mettessero anche del proprio nei rapporti tra associazioni, essendone da parte ARI il solo tramite. Ma ormai di ciò non importa più nulla a nessuno.

Una delle prime azioni del Presidente ARI Alfredo Migliaccio I8IEM, fù quella di contattarci per riavviare i lavori al Ministero, e questo fu molto incoraggiante, tanté che in quel periodo discutemmo e risolvemmo alcune problematiche tra rispettive realtà. Devo riconoscergli in questa prima fase la sua fattiva collaborazione e fiducia, quest'ultima che veniva da tempo addietro pensate che non potendo partecipare, un giorno del 2006-7 quando era referente al Ministero, egli stesso mi delegò, anche se verbalmente, in una riunione.
Accipicchia che potenza divenni quel giorno non trovate? Ma come il Presidente CISAR che ci ha rappresentato anche solo per un giorno? ..grideranno con la pelle d'oca alcuni irriducibili ARI del "vecchio stil novo",
già chi l'avrebbe mai detto.
Beh allora rifletto anche a quanto Alfredo avrebbe saputo in merito ad un eventuale ipotesi d'unione ARI - CISAR nel 2005, con tanto di eventuali cariche direttive da distribuire, ma ritengo siano solo parole al fine di sorridere, nulla di più.

Ma questa fase di collaborazione non durò molto, visto che anche per il Presidente Alfredo la situazione interna non era mai tranquilla, e probabilmente mal consigliato adottò all'ultimo un sistema diverso, arrivando alla partecipazione al Ministero da solo con i suoi subalterni locali senza dire nulla, guarda caso il giorno prima della riunione fissata con le altre associazioni.
Questo fa parte della politica di un sodalizio su cui nessuno al di fuori può entrare nel merito, ma non porta certo alla collaborazione e alla fiducia. Personalmente ad Alfredo non porto rancori, salvo sulla vicenda di IR0UAB, su cui successivamente ho chiesto e ottenuto giustizia.

Forse adesso vi chiederete perché raccontare queste cose di anni addietro, rassicuro che non ho intenzione di polemizzare sui tempi passati, non l’ho fatto allora e non lo faccio oggi, è solo l’introduzione per trattare un argomento che non mi interessava trattare ai fini del CISAR fino a poco tempo fa, proprio per confermare che il mondo del radiantismo italiano sta veramente cambiando, e non verso la disfatta come tristemente si legge su editoriali tendenti a far cassa di consensi, ma verso un modo che porti collaborazione e rispetto tra sodalizi, e se a farlo senza altre finalità sono gli esponenti delle maggiori associazioni è giusto parlare sia di ARI che di CISAR e dei veri rapporti reciproci.

Nel corso dei miei tre mandati, con il nostro CDN abbiamo deciso di occuparci esclusivamente di noi, delle nostre attività e dei nostri soci, disinteressandoci completamente delle vicende interne dell’ARI o di altri, e raccomandando ai nostri soci di starsene fuori dalle polemiche poiché non ci riguardavano. Questa indicazione era da rispettare per tutti, fatto salvo quando vi erano situazioni locali da affrontare che ci riguardavano direttamente, esempio discussioni per sistemi automatici, ma lo abbiamo fatto nei giusti modi e nelle giuste sedi, senza tanto esibizionismo esterno, ma con sempre il risultato voluto.
In pubblico giova ricordare i goliardici editoriali all’indirizzo del caro Alfredo "Presidente che ci combini?” per il link nazionale presentato in un progetto ARI al dipartimento di P.C, oppure "QSL ARI vs CISAR un pesce di Aprile lungo due anni" che si commenta da sé, o ancora per i nominativi scippati dei ripetitori ,messi in maniera volutamente ironica proprio perché di siti seriosi con diatribe e polemiche già ve ne erano abbastanza , e onestamente con non sempre una visione bella di sé.
Si potrebbe obiettare che se nessuno denuncia tutto rimane come è, certo, ma mi domando: se sono cose che non ci riguardano direttamente, non dovrebbero essere solo i diretti interessati a farlo? Del resto ogni popolo ha i governanti che si merita.

Noi comunque abbiamo deciso di pensare solo al CISAR, alle attività ed ai servizi per i soci, collaborando con gli altri sodalizi su alcuni progetti, vedi la nascita di RNRE, ma di non accettare aspiranti soci e sezioni che si presentavano per fare guerra all’ARI o a chicchessia, evitando in particolare modo quei personaggi che con varie migrazioni e metamorfosi hanno sempre dato il meglio di sé in ogni temporaneo sodalizio in cui sono stati. Esiste un detto: chi nasce tondo non muore quadrato, e se un individuo per natura ha altri fini oltre il radiantismo vissuto solo per la passione per la radio, sarà così che sia in ARI, ARAC, ERA, CISAR, AOT e così via, con la certezza, almeno qua, che con un consiglio direttivo compatto come siamo sempre stati, e il nostro statuto, poi alla fine in un modo o nell’altro và da un’altra parte.

Pensate che esistono in Italia OM che ormai hanno terminato le Associazioni da "visitare", e quindi non potendo/volendo tornare su quelle ,ne cercano o addirittura fondano delle nuove, con i migliori auspici ed i migliori propositi sempre di risollevare un radiantismo ormai, a loro dire, morto e defunto. Generalizzare in questo caso sarebbe fin troppo facile ma ingiusto, vi sono altresì OM seri e in gamba che delusi dal precedente sodalizio, e non direttamente interessati alle attività degli altri, carichi di proprie idee decidono di provare a rifondare qualcosa,vedi Amateur Radio Society, a loro sicuramente tutti i migliori auspici, anche se ritengo( non me ne vogliate Luigi e Nicola) che se erano attaccati veramente alla loro precedente bandiera dovevano contribuire a migliorarla, non abbandonarla, e con l’augurio di non imbattersi e dare ascolto alle persone ormai note di cui sopra, altrimenti come la storia ci insegna sarà un’ennesima cocente delusione.( mi pare che…n.d.r.)

Sul fatto che vi sia poi questa crisi del radiantismo non sono propriamente d’accordo, io direi che se di crisi vogliamo parlare dobbiamo ricercarla nella situazione odierna, i mille problemi che affliggono le persone, lavoro, famiglia etc-etc, fanno si che ognuno pensi sempre più a se stesso, in una sorta di egoismo in difesa delle cose proprie. Questo mette in crisi l’associazionismo in generale, non solo quello dei radioamatori, e se a ciò aggiungete la perdita di molti valori, quali il rispetto , la lealtà e la stessa amicizia, e soprattutto il sentirsi sopra le regole, in una sorta di "io faccio quello che voglio", beh è facile capire dove vadano i sodalizi, specie quando in questi vi posso entrare anche interessi economici o politici di qualsiasi genere.
Se un’associazione non ha ben chiare le idee da trasmettere ai propri soci, con uno statuto che non lasci spazio ad interpretazioni, e se questo non viene fatto rispettare a tutti, è ovvio che poi l’anarchia che ne scaturisce favorisce il disgregamento dell’intero sodalizio.
Nel CISAR, se andate a leggere la storia di pochi anni addietro, la stabilità che abbiamo raggiunto oggi ce la siamo guadagnata con decisioni a volte difficili ed impopolari, ma che sono risultate quelle giuste con i tempi, per divenire un gruppo unito seppur con i nostri piccoli problemi.
Ma allora perché questo non è accaduto,ad esempio, nell’ARI?
La mia opinione è che benché essa rappresenti numericamente la più grande associazione Italiana, il senso di gruppo e di essere nella stessa casa non sempre è ben sentito, anzi dall’esterno è molto spesso percepita come 290 associazioni ( già sezioni) separate, unite dal solo nome ARI. Mi ricordo, ad esempio, quando abbiamo iniziato a cercare di dirimere le problematiche nate dall’applicazione della 259 in merito ai sistemi automatici, la perplessità dei funzionari che si trovavano le più numerose problematiche di discussione tra sezioni della stessa associazione e loro soci che litigavano tra di loro. Oppure quando sulle varie riunioni al Ministero, venivo contattato da più referenti dell’ARI, per sapere chi di loro avesse partecipato e cosa avesse fatto, uno perdeva il treno, l’altro stranamente non aveva ricevuto i fax, l’altro ancora ribadiva: solo noi che siamo IARU...insomma ognuno la sua linea diversa dagli altri.
Non me ne vogliano i soci ARI di questa mia riflessione, che nasce con elementi colti si dall'esterno, ma anche attraverso la storia vissuta in prima persona, e proprio perché i tempi cambiano è giusto non aver remore a parlare in tranquillità di queste cose , non per attaccare chicchessia o per ironizzare, che non serve a nessuno, ma per dare il nostro contributo con le proprie esperienze, se può servire per migliorarsi o riflettere perché no?

Altro aspetto non secondario a mio giudizio, è sicuramente lo statuto e il rispetto della linea dirigenziale del CDN, nel senso che forse i tempi richiederebbero all’ARI delle norme un po’ più semplici e un po’ meno di garantismo con chi non se lo merita, oltre al fatto che si debba tenere sempre presente che il CDN attraverso il Presidente , sia l’organo più alto a cui tutti devono fare riferimento visto che è stato democraticamente votato. Credetemi è veramente brutto specialmente per chi ne è al di fuori, cogliere esternazioni contro i vari CDN da parte di subalterni regionali o di sezione. Onestamente ritengo che tali cariche debbano essere sempre propositive e non disgreganti, soprattutto nelle critiche, per un sodalizio unito, altrimenti così come per le sezioni, all’esterno appare che vi sono macro associazioni, sotto un unico nome, ma con interessi e modi di vedere diversi, addirittura contrapposti.

Concludo, senza dilungarmi su queste mie personali considerazioni, chiedendomi come sia possibile che in ARI in passato vi sia stato sempre un frequente ricorso ad avvocati, denunce e così via,pensate quante risorse e quanto tempo potrebbero essere state impiegate ben diversamente, oltre al fatto che ciò rende l’immagine del radiantismo italiano all’estero veramente deprimente. Non solo, a livello interno immobilizza l’intero sodalizio, bloccando di fatto anche chi vorrebbe seriamente fare qualcosa di buono, trovandosi di fronte degli intransigenti signornò. Ma mandateli a casa i signornò, cari soci ARI, siete sicuri che facciano sempre del bene?

Torniamo a noi, la nostra linea nel tempo è sempre stata coerente nel considerare le persone e non il sodalizio di appartenenza, e questo ha creato i presupposti per molte attività congiunte con radioamatori e sezioni ARI. Dove infatti abbiamo trovato rispetto ed interessi comuni abbiamo collaborato, dove vi era intransigenza e supponenza, abbiamo evitato discussioni e facendo quasi sempre molto meglio di questi pseudo OM, abbiamo avuto le nostre soddisfazioni nelle varie attività,dal wi-fi alla Protezione civile, del resto il gruppo e l’amicizia che abbiamo nel CISAR vincono sempre. A volte invece ci siamo dovuti difendere da vere e proprie ingiustizie e discriminazioni, e su questo gli esempi potete chiederli anche ad altri sodalizi poiché sono molto diffusi con tutti, ad opera di chi per proprie convinzioni personali, mette davanti il nome ARI in tutte queste azioni facendone una motivazione e uno scudo. Pensate veramente che il CDN ARI fosse sempre informato e d’accordo o che fossero solo interessi personali del singolo presentati arbitrariamente in nome del proprio sodalizio?

In questo contesto, calza a pennello un altro detto "chi semina raccoglie" e visto che quando si discute non c’é mai chi ha tutta la ragione e chi ha tutto il torto,il CISAR ha fatto la sua parte, andando per la sua strada con le premesse di cui sopra. Probabilmente alcuni nostri cari soci leggendo in questo momento e conoscendomi, si chiedono come mai parlare in questo editoriale dell’ARI, beh amici essendo a fine mandato permettetemi di farlo perché inutile negare che la nostra riunione di Fano 2013, con la partecipazione del Presidente Sartori I0SSH e del Vice Presidente Villa I2VGW, abbia segnato un punto molto importante nel mondo del radiantismo,sia perché non era mai successo prima,sia perché abbiamo avuto modo di conoscerci e capire quanto in realtà vogliamo le stesse cose,l’unica grande differenza è il contesto associativo.

Come ho avuto modo di scrivere anche nella relazione morale, noi abbiamo molta fiducia su Graziano e Gabriele, sia per la loro storia che ha sempre visto un atteggiamento positivo e di collaborazione verso tutti i radioamatori, sia per l’apertura e le parole spese a Fano, e questo è un sentimento comune nella quasi totalità dei nostri soci. Ovvio che per alcuni non c’e’ stata migliore occasione per gridare all’inciucio, che ci siamo venduti per le QSL o per chissà quali oscure trame. Lo dico con un sorriso perché guarda caso i latori sono solo esterni al sodalizio, oppure ex soci venuto da noi solo per farsi fare un ponte o un’autorizzazione qualche anno addietro poiché da soli incapaci, e oggi ottenuto il tutto si erigono a rinnovatori del radiantismo

In realtà, cari soci, lo spirito di collaborazione manifestato dall’odierno direttivo ARI, che già IL Vice-Presidente Villa auspicava nell’editoriale di qualche mese addietro e nello stesso incontro di Fano, rappresenta la strada giusta da percorrere tra persone che mettono l’amicizia e la radio prima di ogni altra cosa, ovvio ognuno con la propria identità e le proprie prerogative. La stessa promessa del servizio QSL fatta da Gabriele in assemblea, che tra l’altro riguarderebbe non molti soci CISAR, per la prima volta una promessa ARI rispettata, è da considerarsi una apertura alla distensione tra sodalizi che spero venga ben vista da tutti, e non certo un lucroso o economico servizio in vendita. Anche perché oggi chi continua a voler tenere alto il clima di discussione e di distacco tra associazioni è ormai un "retrò", che prima o poi sarà a sua volta escluso dal mondo del radiantismo.
Io mi auguro che molti comprendano quanto sia importante continuare su questa strada, e non diventino per semplici calcoli economici i sostenitori di quel vecchio e stupido modo di intendere il radiantismo del genere: sono solo io…e le regole solo per gli altri, che nel corso degli anni ha fatto nascere gli altri sodalizi. Anche se è vero che il termine "giovane" nel mondo del radiantismo italiano è relativo, occorre far riflettere che i vecchi modi di pensare ormai sono destinati a scomparire , e con loro anche chi ancora oggi pensi di adottarli.

La maggioranza dei giovani OM e non solo, sono concordi che la strada giusta sia la collaborazione e che Radiantismo, significa anche condivisione e divertimento nella comune passione della radio con TUTTI i radioamatori, che non vuol dire essere solo ARI o solo CISAR o chicchessia, oltre al fatto che TUTTE le attività sono uguali e ne fanno parte, senza che una sia più blasonata di altre, anche se si guarda il cielo…

Io non ho la sfera di cristallo e non prevedo il futuro, ma il CISAR ha messo da tempo le basi per questo modo di vivere il radiantismo, e su molti settori abbiamo avuto ragione andando ai vertici delle attività e sperimentazioni, ma soprattutto creando un contesto di amicizia e divertimento con i propri soci, e con la maggioranza dei sodalizi, che gli stessi Presidente Graziano I0SSH e Vice-presidente Gabriele I2VGW, dell’ARI, hanno potuto constatare e apprezzare a Fano 2013. Anche loro oggi hanno aperto tale strada con coraggio e determinazione, ma soprattutto con stima reciproca e li ringraziamo, ma lo faranno anche i loro soci?

Sarebbe un’occasione perduta non cogliere quest’unico momento per mere motivazioni, l’ennesima forse, ma anche una delle ultime, perché sempre più radioamatori seri e in gamba, e qui le associazioni di appartenenza non contano, sono concordi nella strada intrapresa, e chi cercherà di ostacolarla, se ne assumerà la responsabilità di fronte a tutti i radioamatori italiani per gli anni a venire.

Contestualmente quelli che vivono di discussioni o si ritengono superiori, sempre più si trovano isolati da tutto e da tutti, costretti a inventarsi nuove nicchie con nuovi OM che non conoscono la storia del radiantismo italiano dell’ultimo decennio e quindi nemmeno le loro presunte o meno passate grandezze. Finché anche li, la storia non si ripeterà.

Termino qui questo mio editoriale, inviando a tutti il saluto con il nostro motto FORZA CISAR, ma anche FORZA ARAC- FORZA COTA-FORZA A.O.T.- FORZA ERA-FORZA Polopositivo- FORZA A.R.S., e a tutte le altre realtà piccole o grandi che siano, ma anche,udite udite… FORZA ARI, perché no?, quella conosciuta a Fano grazie a I0SSH e I2VGW a nostro giudizio lo merita di sicuro, così come quella di Aldo IK5BZH, di Vincenzo I0KWX, solo per citarne alcuni , e di tutti coloro quali Manager , coordinatori, Presidenti regionali o di sezione , ma anche singoli soci, che da tempo collaborano con noi con questo spirito, credetemi sono veramente tanti in tutta Italia, sicuramente i più.

Diciamo allora tutti assieme: FORZA RADIANTISMO ITALIANO, non saremo i migliori al mondo, ma su tante cose siamo i primi (vedi WI-FI, Link e sperimentazioni e per inventiva), e che nessun OM estero scriva più nel Cluster "the Italian are the pest " oppure " Not qso with Italian " perché poi il Presidente del CISAR si incavola , manifestandogli la propria stupidità con un misto di nonchalance e di (poca) diplomazia.

Facciamolo tutti assieme no?

73’s de Giuseppe IW5CGM

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