Messaggio 14 luglio 2006, 23:00

C'era una volta ..... il PSK31

Tutte le favole iniziano così..... C'era una volta un certo Ovidio, un notissimo radioamatore italiano che per vivacizzare il mondo delle VHF e UHF in Italia, pensò di inserire nel suo bollettino informatico settimanale, un memorandum che invitava gli OM italiani ad essere attivi il lunedì ed il mercoledì sera nei modi digitali.

E siccome il PSK31 è difficilmente distinguibile al suono dal PSKFEC31, accettò da me il suggerimento di utilizzare per quest'ultimo, una frequenza di un kHz più alta dell'usuale 144,138 MHz.

Si temeva infatti che ci fosse troppo affollamento in gamma e non si riuscisse agevolmente a distingure il PSK31 dalla sua evoluzione FEC. Per rendere meno inutili i tentativi di collegamento in PSK31 si poteva utilizzare come frequenza di appoggio 3,738 MHz. Per rinforzare la cosa, il buon Ovidio I1SCL, mandò in rete per oltre un anno un memorandum settimanale che ricordava questi appuntamenti serali. Volete sapere quali sono stati i risultati di questi sforzi? Da parte mia, solo una diecina di diversi nominativi collegati, ed un ottimo lineare VHF a transistor irrimediabilmente bruciato !

I pochi radioamatori che credettero in questa nuova sperimentazione, delusi la abbandonarono.

Anche Ovidio, stanco di perdere tempo, cessò di inviare le sue sollecitazioni pur rimanendo, fra i pochissimi italiani, ancora attivo anche in PSK31, nel "deserto delle VHF digitali".

Si pensava all'inizio che i modi digitali potessero servire, grazie alla loro efficienza, a riempire di DX i desolati silenzi delle VHF invernali, ma fu fatto l'errore di credere che una modulazione digitale potesse fare dei miracoli anche quando la propagazione non esiste. Su questo errato presupposto si pensò di utilzzare pochi watt in antenna (e magari, per di più, verticale ) per fare degli ottimi collegamenti in VHF.

Niente di più ingenuamente sbagliato! Mi viene in mente quando facevo il servizio militare negli anni sessanta. Seguivo un corso di formazione di nove mesi presso un notevole centro studi, nei pressi di Latina. Nei laboratori del centro c'era un'area interdetta chiamata "TropoScatter" alla quale non si poteva accedere. Era niente po' po' di meno che la zona dove si sperimentava una rete nascente, della quale faceva parte la postazione del Monte Giogo, quella dalle enormi parabole da noi recentemente acquisita. Ma per permettere un collegamento UHF, garantito al 100% in quasiasi momento, si utilizzavano parabole di venti metri di diametro ed il classico chilowatt. Come pensare noi di effettuare collegamenti in inverno, a propagazione chiusa, con cinque watt in una verticale? Un altro errore fu fatto quando si pensò, sull'onda della novità , di indire un contest VHF in digitale, pensando di utilizzare, tutti insieme, la frequenza di 144,138 MHz. Il risultato fu disastroso ! Io, che partecipai al contest, avevo il ricevitore completamente saturato dalle chiamate effettuate dalle stazioni in altura, che arrivavano da me a bombarda. In quelle condizioni di semi-isoonda, i segnalini DX che distavano poche decine di Hz dai big in montagna, andavano irrimendiabilmente perduti. Quindi una serie di errori di valutazione che hanno fatto sì che in sostanza il PSK31 in VHF venisse abbbandonato.

Ma la favola non finisce qui. Subentrò nella storia un certo Giovanni, meglio conosciuto come IW0BET, anche lui un fedele e costante frequentatore delle VHF ( e UHF ), che si inventò lo I.A.C., una sorta di contest di durata annuale che premia gli assidui delle VHF, non solo i "contestatori" come me. E non pago di ciò si inventò, quest'anno, di invitare i VHeffari ad uscire anche nei modi digitali il primo martedì del mese, giorno dedicato ai 144 MHz.

Ebbene, quelle quattro ore di attività  mensili (e mi riferisco ai due metri) rimangono comunque deserte. Esiste, si, un minimo di attività  in SSB, specie al nord Italia, ma zero, assolutamente zero, in digitale.

Che considerazione mi resta di fare?
Che agli OM italiani della sperimentazione, almeno in questo campo, non interessa nulla.
Se i risultati non sono quelli desiderati bisogna discuterne, magari vedere di modificare gli approcci, ma non abbandonare la cosa. Piuttosto che non partecipare, si dovrebbe inviare i propri suggerimenti a chi si è curato di organizzare la cosa, come pure dedicare specifiche categorie digitali ai fin troppi contest in calendario dove è l' SSB a farla da padrone. Se non è possibile effettuare un contest i semi-isoonda in PSK31, non credo che nessuno abbia da ridire se ci si permette la temporanea occupazione di una ventina di chilohertz intorno a 144,138 MHz, piuttosto che abbandonare l'iniziativa. Negli anni sessanta i contest in V-UHF si effettuavano addirittura trasmettendo sulla propria frequenza e ricevendo la risposta sulla frequenza 'propria'
IK0ZCW Alberto Devitofrancesco Presidente C.I.S.A.R. sezione di Roma IQ0HB
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